Gli studenti del Liceo Classico, classe 4 B.
A proposito dell’agenda 2030 dell’ONU, noi ragazzi della classe 4B ci siamo soffermati sull’obiettivo 3, salute e benessere, durante le lezioni di lingua e letteratura italiana, con la professoressa Maria Bernadette Pepe e la professoressa di sostegno Lucia Mastroianni.
“Essere o apparire? Cioè, valere davvero per ciò che si è oppure rappresentare soltanto un involucro vuoto, fatto soltanto di immagine ma privo di contenuto? Si può ben dire che sia uno dei problemi del nostro tempo. Tutto spinge a curare il proprio aspetto esteriore, ma quale
importanza si dà a quello interiore?”. Quest’ultime sono le parole citate all’interno di un brano affrontato in classe intitolato “Un involucro vuoto”. La nostra cultura è permeata da miti che esaltano il culto del corpo: il mito di una perfetta forma fisica, attraverso le immagini di corpi patinate e di uomini e donne eternamente giovani e prestanti, e il mito dell’onnipotenza della medicina, secondo il quale ogni desiderio di benessere deve essere accolto e realizzato. I media hanno un’importanza decisiva in tutto questo. Anche la famiglia sta subendo una crisi e di conseguenza i giovani sono lasciati spesso da soli ad affrontare il problema della cura dell’aspetto fisico per essere accettati dagli altri. Gli adulti devono imparare ad ascoltare di più i giovani, interpretare i loro silenzi e i loro messaggi ed essere più presenti. I giovani tendono a dare al proprio corpo un’importanza fondamentale, rendendo l’aspetto fisico un vero e proprio biglietto da visita. La perfezione fisica rappresenta ormai un canone imprescindibile del quale non si può fare a meno. Prendersi cura di sé non vuol dire rimuovere la consapevolezza della fragilità o dell’inevitabile deterioramento del fisico del corpo, ricorrendo ad esempio al lifting per cancellare i segni dell’età, ma, come dice James Hillman “avere il coraggio di rimanere fedeli alla faccia dell’età, dove una mente adeguata diventa un’immagine“. Come ha scritto Foscolo nelle odi:“La bellezza ha una valenza rasserenatrice“. Al centro delle due odi, a Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All’amica risanata, vi è: il vagheggiamento della bellezza femminile, un discorso filosofico sulla bellezza ideale, una funzione eternatrice della poesia. Quando parliamo di bellezza, dobbiamo far riferimento alla conservazione dei Beni Culturali. Infatti l’articolo 9 della costituzione afferma: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione“. Dai sepolcri di Ugo Foscolo: i sepolcri sono l’incarnazione della memoria, che coincide con la civiltà, in quanto solo la memoria può sopravvivere alla distruzione materiale. Nelle tombe quindi si identifica la memoria concreta del passato. Il processo di riconoscimento diventa ancora più incisivo quando il manufatto artistico ha il carattere della monumentalità, quando cioè occupa lo spazio pubblico, è grande e sotto gli occhi di tutti, e magari è anche teatro di eventi importanti per una certa società. La fruizione della sua bellezza non è più un fatto privato, ma diventa un elemento fondamentale per la formazione di una memoria collettiva.
Classe 4 B
Seguici su 